Beppe Viola

21 gennaio 1979. Il servizio di Beppe Viola alla "Domenica Sportiva" [qui] comincia con «Il Milan che continua a vincere [...] e a giocare svelto e bene, può provocare pericolosi eccessi di ottimismo». E si chiude con una delle più memorabili battute della storia della telecronaca calcistica: «Si accomodi quindi la nuova stella di San Siro: si chiama Franco Baresi. E', dicono, il miglior libero d'Italia. Esclusi naturalmente Freda e Ventura».

Quel Milan lì - Bigon e Novellino, Maldera e Buriani, Antonelli e Chiodi, il barone Liedholm con cappello in panchina - vinse alla fine della stagione il campionato della stella (e il mio primo personale scudetto da tifoso). 
Di questi tempi, quarant'anni dopo, per noi milanisti non c'è davvero il rischio di farsi prendere da "pericolosi eccessi di ottimismo". Anzi.
Ma in quel gennaio 1979, dopo anni di sfighe nere - il Milan non vinceva il campionato da undici anni e in mezzo c'era stato il trauma collettivo della fatal Verona - sembrava davvero che il vento finalmente tornasse a girare dalla parte rossonera.
Beppe Viola aveva visto giusto. Cautamente. Un tempo non era di moda, come succede oggi, che un giornalista sportivo sbandierasse ai quattro venti neppure le sue simpatie, figuriamoci il suo tifo calcistico. Ma era difficile nascondere del tutto la sua anima casciavitt.
Non era però neanche di moda terminare un servizio ricordando al pubblico della "Domenica Sportiva" che i due neofascisti accusati di aver messo la bomba in piazza Fontana, quasi dieci anni prima, godevano ancora di una certa libertà. Ma Beppe Viola, giornalista e uomo libero - più di Baresi, Freda e Ventura e della maggior parte dei suoi colleghi - lo fece.


Beppe Viola, se fosse ancora vivo, ieri 26 ottobre 2019 avrebbe compiuto 80 anni. Sarebbe un bel nonno pieno di storie da raccontare ai suoi cinque nipoti.
In 1899. AC Milan. Le storie, noi lo abbiamo raccontato così, nel capitolo Quelli che tengono al Milan: Enzo Jannacci, Beppe Viola e l'altro Derby. Dove si racconta di maestri, geni e saltimbanchi rossoneri (pp. 268-71).

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Enzo Jannacci, che aveva i nonni pugliesi, arrivati a Milano poco prima che scoppiasse la Prima guerra mondiale, [è] amico d’infanzia [di] Beppe Viola. Sono cresciuti insieme in un quartiere alla periferia est di Milano: via Lomellina, via Sismondi, piazza Adigrat. Jannacci spiegava così la comune passione rossonera: «Quando io e Beppe Viola eravamo piccoli e non sapevamo né leggere né scrivere, lui fingeva di leggere la Gazzetta dello Sport. La teneva storta e io gli chiedevo cosa c’era scritto. E lui diceva: c’è scritto che bisogna andare a vedere il Milan» (Gazzetta dello sport illustrata, 1978).

Se Enzo segue la strada della musica, Beppe prende quella del giornalismo. Entra alla RAI nel 1961. Neanche due anni dopo, 22 maggio 1963, mentre da Londra, stadio di Wembley, si sta trasmettendo la diretta della finale di Coppa dei Campioni tra Milan e Benfica, salta il collegamento audio internazionale e la voce di Nicolò Carosio s’inabissa Oltremanica. Dagli studi di corso Sempione a Milano bisogna intervenire. «Dai, tocca a te!» gli dicono. Il Beppe non ha ancora 24 anni, tiene al Milan (ma allora, dato che fai il giornalista sportivo, non si poteva mica dire in giro) e in particolare stravede per quello con la zazzera bionda e col numero 10, che per lui è semplicemente “Prodigio”. Deve fare però attenzione a non chiamarlo così. Invece, perlamadonna!, gli tocca proprio di raccontare il gol del Benfica: «Torres, scambia con Eusebio, la mezzala sinistra si porta in area milanista… rete. Al 18’ del primo tempo Eusebio ha portato in vantaggio il Benfica… [lunga pausa]. La linea con Wembley è stata riattivata, riprende quindi la telecronaca di Nicolò Carosio». Nella ripresa però il collegamento audio torna a fare le bizze, Carosio fa in tempo a declamare il pareggio di Altafini, ma pochi minuti dopo tocca ancora a Viola andare in diretta dagli studi di corso Sempione: «Altafini sempre sorvegliatissimo… Ecco Rivera ha tolto la palla a Raúl, ha servito Altafini, solo davanti al portiere, respinge Costa Pereira, rete! Ha segnato in questo momento Altafini! 2 a 1 per il Milan.

[qui le immagini e la telecronaca di Viola]

Beppe Viola entra per sempre nel cuore e nella memoria dei tifosi rossoneri, quando la vigilia di Natale del 1978 in un servizio mandato in onda alla Domenica Sportiva intervista Gianni Rivera sul tram che va a San Siro in una nevosa mattina milanese. È un pezzo magistrale di giornalismo televisivo, e mica soltanto sportivo.