Rassegna stampa (segnalazioni, recensioni)

24 dicembre 2019
Il Foglio
Regali foglianti last minute contro il pessimismo universale

Le storie del Milan
Regalo ottimista, regalo milanista. In tempi grami – parlo di calcio – il modo migliore per sorridere al futuro è studiare il passato e ripercorrere i centovent’anni di storia del Milan, computando i lungi decenni senza scudetti, i filotti di derby persi, i calciomercati che partorivano topolini, le stagioni in, ehm, serie B. Per questo ad alcuni miei confratelli di fede rossonera ho già regalato, e agli altri consiglio vivamente, “1899. AC Milan: le storie” di Michele Ansani, Gino Cervi, Gianni Sacco e Claudio Sanfilippo (Hoepli editore; per i dettagli, c’è la commossa recensione di Giovanni Battistuzzi sul Foglio.it). Non per accontentarsi pensando che in passato è andata peggio. Per scoprire invece, da questa gioiosa narrazione a otto mani, capillare e ironica, che i periodi di magra pullulavano di motivi d’interesse, di fedeltà incrollabili, di spunti pittoreschi e insulti rutilanti; di felicità di esserci che oggi s’è fatta orgoglio di esserci stati. Il futuro, se non bello, quanto meno sarà divertente. Parlo di calcio e non solo" (Antonio Gurrado).

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19 dicembre 2019
Il Cittadino. Quotidiano del Lodigiano e del SudMilano









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16 dicembre 2019
Diavolo di un libro

Oggi il Diavolo ne fa 120. Mi è capitato sotto mano un libro che ne celebra l’epopea, esercizio facile, senza fare sconti, esercizio meno facile. Il titolo è «1899, A.C. Milan. Le storie», Hoepli editore. Gli autori sono quattro: Michele Ansani, Gino Cervi, Gianni Sacco, Claudio Sanfilippo. Con l'introduzione di Milo De Angelis e un’intervista a Zvonimir Boban: quando ero a «La Stampa», e mi chiedevano un titolo sul Milan, il primo che chiamavo era lui, Zvone: non c’era bisogno di altre telefonate.
Non a caso i latini consideravano la storia come la maestra della vita. Il calcio è una religione che ha tante chiese quanti bar sport. Per questo, il tifoso non è sempre disposto ad aprirsi al verbo, chiamiamolo così, del pulpito accanto. Nello stesso tempo, ci sono ricorrenze - e questa è una - che esulano, o almeno dovrebbero, dai moti di pancia.
Il libro è tosto, 445 pagine, e ve lo segnalo perché scritto bene, a capitoli e capitoletti, con ironia, con un sacco di aneddoti, dalle origini british, e le incertezze sulla data esatta di nascita (13 dicembre per gli autori, 16 per la società), dalla scelta dei colori - diabolici, appunto - al romanzo vero e proprio. Ripeto: zero sconti. Si parla anche delle discese agli inferi (una «a pagamento», l’altra «a gratis») e si celebra, com'è giusto che sia, la grandezza del club italiano più internazionale del mondo. Pecrhé sì: se in Italia la bilancia sulla quale tutti - anche il Milan stesso - salgono per pesarsi è la Juventus, all'estero, per noi, è il Milan dei 18 trofei, della dinastia Maldini, di Pepe Schiaffino e Gianni Rivera, di paròn Rocco e Gipo Viani. E della rivoluzione «di sinistra» fatta da un uomo di destra come Silvio Berlusconi (complice, Arrigo Sacchi).
Le storie di una storia che neppure il Diavolo in persona avrebbe tratteggiato come la penna e la lama di questi quattro moschettieri.

ROBERTO BECCANTINI

Vedi su DerbyDerbyDerby e su AlgaNews

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13 dicembre 2019

Il Foglio







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12 dicembre 2019

Gazzetta di Parma





















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4 dicembre 2019

Un libro a settimana (Sportmediaset)

"... è davvero un romanzo e piacevolissimo di questi 12 decenni diavolisti, la storia in senso cronologico come strada principale e tanti, ma tanti giardini, piazzette, bar in cui sostare sotto forma di racconti paralleli fondamentali non solo per il completamento del tutto, ma per andare dentro al Milan, e al milanismo, alla cultura del Milan: un qualcosa che forse si sta perdendo non tanto per il momentaneo declino del club, ma anche o soprattutto anche a causa dell’attuale approccio, dell’attuale fruizione del calcio, figlia dei tempi nostri. San Siro e Nereo Rocco, Van Basten e l’eterna Maldineide, il geniale e avaro Schiaffino e la sciura Carla, ultrasessantenne che se ne va imbacuccata nei gelidi popolari di San Siro a febbraio per vedere il “Gianni” (serve specificare chi sia?) e che sembra uscita da una scena di Romanzo Popolare di Monicelli, cult-film per i vecchi ragazzi rossoneri usciti dai ‘70, Tognazzi, Beppe Viola e Vincenzina davanti la fabbrica. C’è anche questo, e ci mancherebbe pure che non ci fosse, visto che uno degli autori del volume è Claudio Sanfilippo, poliedrico cantautore da premio Tenco, uno che discende da quella scuola unica di estro, talento, ironia, cultura milanista e milanese, di quella Milano che sapeva ridere e vivere di notte, lavorare e accogliere di giorno. E chi veniva accolto, non casualmente, sceglieva per la domenica la parte rossonera, più aperta e raggiungibile della borghesia molto chic e poco radical striata di nerazzurro. Un rossonero purosangue, come i suoi compagni di cordata tra i quali non ci sono giornalisti o frequentatori quotidiani del mondo della pedata e di Milanello in particolare: Gino Cervi, Michele Ansani e Gianni Sacco, il primo è filologo e scrittore, gli altri insegnano all’Università di Pavia, culla di ingegni. Perfetti narratori e diavolisti abili, bravi a mettere insieme senza cadere mai nel pericolo della scontatezza i tantissimi pezzi, i tantissimi colori contenuti da questa storia infinita chiamata Milan e a raggrupparli negli unici due che per un milanista contano, il rosso e il nero, quelli con cui sono realizzate le magnifiche illustrazioni di Osvaldo Casanova che contribuiscono a dare qualcosa in più, esattamente come un’accelerazione di Kakà o un palla c’è-palla non c’è del Professor Seedorf. Il padre nobile Herbert Kilpin apprezzerebbe il tutto, a partire da quel titolo che ricorda l’anno in cui decise che era il momento di fare qualcosa di bello per Milano. L’ha fatto per tutto il mondo, spiace per chi non è d’accordo, ma il Milan l’è semper un gran Milan".

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29 novembre 2019
Corriere dello Sport

"120 anni di storia, da lì (1899) a qui (2019), navigando mari di gloria e qualche tempesta. Quattro autori si sono confrontati con la storia del Milan. Quattro tifosi, quattro cuori che palpitano, quattro punti di vista. Il corposo «1899 - A.C.Milan» si rivela subito come un punto fermo nella letteratura rossonera. Per la qualità del racconto, per la leggerezza e l’ironia che lo impreziosiscono, certamente; ma soprattutto per la scelta di raccontare una grande storia con passione e competenza, ma senza il pesante fardello della retorica. Per rendere l’idea basterebbero i titoli dei paragrafi nel capitolo dedicato al «Doppio Purgatorio» negli anni ’80 dove - scrivono gli autori - «si raccontano con non poco magone e incerta pudicizia le due sventurate retrocessioni». E dunque: «Prima retrocessione in B (pagando s’intende)». E poi: «Seconda retrocessione in B (a gratis, ci mancherebbe!)». Memorabile anche la breve intervista al Dalai Lama in visita a Milano. Da segnalare le illustrazioni di Osvaldo Casanova, che fanno da punteggiatura al romanzo rossonero. Un libro pensato, curato, costruito - pagina dopo pagina - con l’amore di chi pensa che anche una virgola abbia un senso, che anche il più dimenticato dei nomi abbia una storia, che anche parlare di calcio in fondo significhi parlare di noi" (Furio Zara).

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22 novembre 2019
L'Avvenire



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18 novembre 2019

Trentino - Alto Adige
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16 novembre 2019

Il Giorno
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15 novembre 2019

La Repubblica (edizione milanese)

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11 novembre 2019
L'Inform@zione on line














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9 novembre 2019

Tuttosport, p. 10 ("I libri di Tuttosport")
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7 novembre 2019

L'Informatore Vigevanese, p. 44

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4 novembre 2019

Libri di sport

4 novembre 2019
Il Giorno

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2 novembre 2019
La Provincia Pavese, p. 35
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27 ottobre 2019

La Repubblica, edizione di Milano. 

Milano Libri, p. 9
(segnalazione di Simone Mosca).